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giovedì, novembre 16, 2006

Manifesto di Democrazia Giovanile


Un sistema sociale non può evolvere e svilupparsi, anzi è destinato a estinguersi, se penalizza strutturalmente la fascia più giovane della sua popolazione.

Suscita, quindi, profonda preoccupazione l’attuale progressivo delinearsi di una struttura sociale in cui i giovani sono fortemente penalizzati riguardo alle opportunità, giocano un ruolo sempre più marginale, non hanno rappresentanza politica e sociale, e di fatto sono loro preclusi i mezzi per poter cambiare questo stato di cose.

Il conflitto intergenerazionale si manifesta soprattutto nella struttura del mercato del lavoro, del sistema pensionistico e del mercato della casa; questi tre fattori si sommano tra loro, e gli effetti perversi vengono così amplificati, dando luogo a una vera e propria ‘truffa intergenerazionale’.

I giovani dovranno infatti pagare quella parte di pensione goduta dai genitori ma non versata, dovendosi sommare gli effetti del carattere retributivo del sistema pensionistico previgente con quelli del forte incremento della speranza di vita.

Tuttavia, a causa del combinato effetto di un sistema pensionistico riformato in chiave contributiva e di un mercato del lavoro sempre più precario, essi godranno di una pensione irrisoria, e in molti casi non ne godranno affatto.

Sempre a causa di un mercato del lavoro precario, che non consente di accedere al mutuo, e di un mercato immobiliare caratterizzato da prezzi altissimi (4/5 volte superiori, in termini reali, rispetto agli anni Sessanta), non avranno la possibilità di accedere a un bene primario e fondamentale come la casa.

Si troveranno inoltre a dover pagare un debito pubblico enorme senza però più avere alle spalle i servizi offerti dallo stato sociale; in altre parole, la generazione precedente ha goduto dei servizi senza pagare il conto, la nuova generazione dovrà pagare il conto senza godere dei servizi.

Il conflitto intergenerazionale non si trasforma tuttavia in aperta ‘rivoluzione intergenerazionale’ perché, a livello familiare, sono attivi alcuni importanti meccanismi compensativi di redistribuzione delle opportunità.

Tali meccanismi di solidarietà intrafamiliare/intergenerazionale, se è vero che operano nella maggioranza dei casi, tuttavia lasciano scoperta una consistenze minoranza di giovani.

L’impossibilità, per i giovani, di progettare e costruire il loro futuro con le loro proprie forze conduce i più fortunati a una progressiva perdita di fiducia nelle proprie capacità, a causa della carenza di una reale autonomia; i meno fortunati, a una situazione di vera e propria disperazione.

In una situazione siffatta, la possibilità di strutturare una relazione affettiva e un’attività lavorativa stabili risulta fortemente compromessa, con correlativo incremento delle probabilità di assumere comportamenti devianti.

Manca, in definitiva, in larga parte dei giovani, il processo tramite il quale essi accrescono le possibilità di controllare la propria vita, di padroneggiare abilità e capacità che rafforzino il senso di sé, di operare liberamente delle scelte consapevoli, di agire in base a queste scelte: in altre parole, di elaborare strategie adeguate per raggiungere obiettivi sia personali che sociali.

I pesanti vincoli alla progettualità ingenerano sfiducia nel futuro, conducono a un’economia fondata più sulla rendita che sulla produzione di beni e servizi, e producono un forte calo dei tassi di natalità, minando in radice la stessa possibilità di sopravvivenza del sistema sociale.

E’ imperativo, quindi, creare e sostenere le condizioni sotto le quali i giovani possano partecipare e contribuire al progresso sociale, culturale ed economico, e in questo modo realizzare la propria personalità.

Sono necessari interventi strutturali e normativi capaci di aprire ai giovani nuovi spazi di rappresentanza sociale, nonché volti al riequilibrio intergenerazionale delle opportunità, sia in una prospettiva di medio/lungo termine, sia anche di breve termine.

E’ imprescindibile una riforma del mercato del lavoro in cui la flessibilità si coniughi con la certezza e la sicurezza, e non con la precarietà.

E’ altresì imprescindibile una nuova politica della casa che corregga il paradosso per cui chi ha necessità di una prima casa quale bene primario e fondamentale per l’estrinsecazione della propria personalità, non può accedervi, mentre può accedervi facilmente chi nella casa cerca una forma di investimento.

E’ in ogni caso improcastinabile l'affermarsi di un concetto nuovo di welfare, in cui le prestazioni dello stato sociale siano collegate non già allo status di 'lavoratore', ma a quello di 'cittadino'.

Solo l'urgente adozione e realizzazione di interventi di questo tipo potrà realisticamente impedire che vengano messi in discussione i 'diritti acquisiti' delle generazioni precedenti.

Tuttavia, tali interventi non obbediscono solo a ragioni di equità intergenerazionale, ma anche a ragioni utilitaristiche e di opportunità: grazie ad essi si inciderebbe positivamente anche sul sistema economico-produttivo nel suo complesso, che ne uscirebbe fortemente rafforzato e dinamicizzato.

Autodeterminazione, autorealizzazione, libertà d'azione consapevole, equità e solidarietà sono i principi fondanti, nonché gli obiettivi, di Democrazia Giovanile. Fiducia nel futuro, ottimismo pratico, pensiero razionale e uso intelligente e creativo di scienza e tecnologia rappresentano gli strumenti per conseguirli.



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